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2012
IN 9000 PER LA DOLOMITES
La fortuna ha arriso ancora una volta alle Aquile, non solo per l’esito positivo del sorteggio di novembre che ha sancito anche nel 2012 la presenza del sodalizio valdostano alla più ambita delle maratone ciclistiche d’Europa, ma soprattutto perché la meteo ha regalato agli aquilotti un weekend da favola in quel di Corvara con cielo terso e temperature da spiaggia quasi a voler ricordare a tutti i partecipanti anche l’aspetto “ludico” di quella straordinaria avventura che da sempre è la MARATONA DLES DOLOMITES.
I tanti pettorali riservati ogni anno, non senza polemiche, agli stranieri regalano in corsa immagini divertenti di cui i ciclisti nostrani, così devoti al cronometro, non sempre riescono a godere; indimenticabile il tedesco che, in corsa, saliva il mitico Pordoi con in testa un casco da moto con i celebri motivi Louis Vuitton. E poi i gruppetti fermi in cima ad ogni colle per fotografare la propria conquista tutta da celebrare o l’improbabile band che al ritmo dei campanacci incitava i ciclisti subito dopo l’attacco del passo Sella. Questo e tanto altro è stata la “Dolomiti” in una delle sue edizioni più belle, dedicata al tema del sorriso, proprio quel sorriso che al via in griglia si insinuava tra l’inevitabile tensione dei concorrenti prima di dare fuoco alle polveri.
L’avvicinamento alle griglie è il momento delle ultime battute e degli in bocca al lupo di rito anche tra gli aquilotti prima di separarsi in base al proprio pettorale. Per tutti l’appuntamento è lungo la strada e comunque all’arrivo per la festa finale.
Lo start è puntuale, alle 6.30 i primi si mettono in moto, ma ci vorrà almeno mezzora prima che l’ultimo concorrente oltrepassi la linea di partenza. Da questo momento per ognuno degli aquilotti comincia la caccia al proprio obbiettivo : c’è chi punta al Prestigio e obbligatoriamente deve affrontare il percorso più lungo, c’è chi ha basato il suo allenamento sulla resistenza per poter essere ancora brillante sul Giau, ci sono quelli del medio, agguerriti come mai, all’inseguimento di un risultato importante, ci sono i neofiti, forse un po’ intimoriti dalle cattedrali dolomitiche, ma sicuri di essersi preparati al meglio e poi ci sono quelli che anche se con pochi chilometri nelle gambe e qualche acciacco non hanno voluto mancare all’appuntamento con la Maratona.
Davanti la gara si accende subito, dietro, invece, prendere il proprio ritmo è difficile, il lungo serpentone scala il Campolongo tra accelerazioni e rallentamenti. Ci vogliono destrezza e decisione per superare e qualcuno, a volte, va anche oltre il lecito. Bisognerà aspettare la seconda metà del Pordoi per poter procedere del proprio passo con maggiore tranquillità. In gruppo è il fruscio delle catene a dominare, ma, certo, non mancano le voci; i racconti delle passate edizioni, le tattiche e i consigli si sprecano nonostante la fatica dell’ascesa.
I più forti tra gli aquilotti hanno potuto beneficiare di un buon pettorale grazie al risultato della passata edizione. Giornata sugli scudi per quello che, a tutti gli effetti, si sta dimostrando il più forte scalatore in questo 2012, Massimo Giangrasso. La scelta del “medio” sin dalla vigilia, con la rinuncia alla salita al passo Giau, faceva presagire una gara tutta all’attacco per l’alfiere valdostano alla caccia di un piazzamento di rilievo. E così è stato, determinazione e forti motivazioni unite alla capacità di mantenere un ritmo sempre elevato per tutta la gara hanno regalato a Max un piazzamento assoluto di tutto rispetto, 93° su oltre 3000 arrivati con il tempo finale di 4 ore 18 minuti. Suoi compagni di “battaglia” il veterano Lorenzo Baldon ed il giovane Edoardo Buscaglione: il primo cancella, almeno in parte, la sfortuna di Cesenatico con una gara ai vertici della sua categoria, ma si porta a casa il rammarico di non aver optato per il ”lungo” vista l’eccellente condizione; il secondo, alla sua prima Maratona, conferma la sua predisposizione alla salita coronando la sua prova con un ottimo 14° posto.
Tanti sono stati gli esordienti in questo 2012 : l’instancabile Marana ancora tra i migliori sul “lungo” tanto da infrangere la barriera delle sei ore, il regolarista Brusaferro tanto costante quanto efficace, il discesista Cimberio in difesa in salita, ma sempre all’attacco non appena la strada comincia a scendere, l’arcigno Della Rossa, il prestigioso Stuffer capace di conquistare il sesto tassello mancante verso il suo ambito traguardo, gli amici Charles e Domanin, coppia ciclistica indissolubile anche sulle Dolomiti e ancora Balma, Farinetti e Libertino, stanchi sì, ma sorridenti all’arrivo.
In campo femminile era attesa ad un risultato importante l’unica esordiente, Alessandra Plat, dopo le ripetute vittorie nel Grimpeur e il podio di categoria nella granfondo di casa a Saint Vincent. Scongiurata l’incognita del brutto tempo che ne avrebbe frenato inevitabilmente l’ardore agonistico, la giovane portacolori del GS Aquile non ha deluso i suoi tifosi facendo valere la propria propensione alla salita e una preparazione eccellente. 4 ore 53 minuti il suo tempo finale che le è valso il 12° posto assoluto tra le donne nel “medio”, ancora un risultato importante in una stagione tutta da incorniciare. Per lei sfida al Giau rimandata al prossimo anno.
Se i nuovi si sono fatti onore, i fedelissimi non sono certo stati da meno a partire da Andrea Villot e Alex Ducret attori protagonisti della gara più bella, tutta “di coppia”, sul percorso più impegnativo con i suoi 4.000 metri di dislivello e 138 chilometri, rispettivamente primo e secondo tra gli aquilotti con il tempo di 5 ore 45 minuti. La reciproca pacca sulla spalla dopo la linea del traguardo diceva tutto prima dei complimenti di compagni e familiari accorsi ad aspettarli. Dopo di loro un felicissimo Chatrian e poi Madeo e Dublanc, uomini squadra sempre presenti negli appuntamenti importanti. Il crono li ha premiato tutti e tre al termine di una prova sopra le righe alla loro seconda partecipazione.
Infine menzione doverosa per tutti i veterani grazie ai quali il GS AQUILE ha conquistato l’ennesimo risultato importante giungendo diciannovesimo nella speciale classifica per società : Miele, Centelli, Champion, Turatti, Leidi, Cerino, Carbone, Macciò, Midolo, Rossini, Viglino, Caddeo, Caliano, Ocleppo, De Gaetano, Rollandin, Riverso, Martinet e Buscaglione Debora, seconda aquilotta al via.
Questa la Maratona degli aquilotti e di tanti altri appassionati ciclisti, così individuale nello sforzo fisico che richiede e nelle emozioni che ti fa vivere, ma anche così aggregante in quel rettilineo finale quando la folla ti applaude e lo speaker urla il tuo pettorale. Quanta fatica alle spalle, ma ora il traguardo è lì con la festa che si preannuncia. E festa è stata in casa Aquile nell’attesa di tutti e con tutti; foto, racconti, sfottò, esultanza e scoramento, strudel e birra non sono certamente mancati….e uno, cento, mille…sorrisi. Grazie a tutti ragazzi!!!