La Coppa Piemonte 2013 ha fatto cinque!!! Ieri a Voghera si è corsa infatti la quinta tappa, la GF Prologo Giovanni Lombardi. Un’edizione speciale quella del ventennale che ha visto al via una platea vip d’eccellenza, primo fra tutti Ivan Basso e con lui Gianni Bugno, Giovanni Lombardi e i giovani pro della Bardiani reduci dal Giro d’italia.
Poco più di 1000 i partenti in parte scoraggiati da previsioni ancora una volta bagnate che hanno frenato le iscrizioni dei ritardatari. Al via invece cielo coperto, ma strada asciutta.
Gli aquilotti iscritti al circuito non si sono tirati indietro neppure questa volta, con loro anche Libertino Paolo, aggregato dell’ultima ora. Il sorteggio della vigilia che ad ogni prova regala la griglia rossa a dieci fortunati ha premiato proprio uno dei ragazzi di Aosta, Nigra Enrico, il più in forma del gruppo. Nigra ha sfruttato molto bene l’occasione che gli si è presentata facendo tesoro del lavoro dei primi per mantenere alta l’andatura nella prima parte senza sprecare energie che sarebbero risultate decisive nella seconda parte del percorso medio, quello prescelto insieme ai compagni Cimberio, Libertino e Luciani. Il tracciato della Prologo si è confermato molto nervoso con saliscendi continui e salite brevi ma impegnative tanto che l’altimetro, a fine gara, segnava ben più dei 1600 metri previsti. Mille in più invece quelli che ha dovuto scalare Marco Thiebat, unico aquilotto al via sul percorso più impegnativo, 160 chilometri totali. Per lui ancora un risultato nei primi 100, 87° assoluto, 26° nella sua categoria con un tempo di poco inferiore alle 5 ore.
Tornando invece al gruppetto del medio, brillante la prova di Nigra, 133° assoluto ad oltre 32 di media, a seguire il coriaceo Cimberio Gianfranco in ripresa dopo l’inevitabile calo alla “Monregalesi” ottimo 14° di categoria. Terzo gradino del podio nostrano per Libertino Paolo, 144°. Ancora una volta all’insegna della tenacia e dell’impegno la prova di Luciani Renato di nuovo in sella alla sua specialissima dopo la parentesi rappresentata dalla 24 ore di Finale Ligure dello scorso 26 maggio.
La Coppa Piemonte si accinge al suo grande finale il prossimo 30 giugno con la nuova Cervino Cycling Marathon, vera tappa alpina di quest’edizione. Le salite del San Pantaleone, di Pila e di Cervinia decideranno il risultato finale di questo avvincente circuito. Anche gli aquilotti si stanno preparando per ben figurare nella gara di casa; speriamo che un bel solo estivo possa accompagnare la loro fatica.
Pochi colli per i chi ama la bici hanno il fascino dello Stelvio, re Stelvio, come ormai è chiamato per le imprese che i grandi del ciclismo hanno regalato su quelle strade e per la sua altitudine oltre i 2700 metri.
Domenica scorsa, 2 giugno, a Bormio è andata in scena la seconda edizione della granfondo intitolata allo Stelvio. Dopo l’annullamento del transito durante il Giro d’Italia causa neve, fino alla vigilia si è temuto di non poter disputare la gara o comunque di doverne modificare il percorso, invece il tempo è stato clemente consentendo alla corsa di arrivare in cima. Proprio lassù infatti era posto il traguardo dei due tracciati, medio e lungo, rispettivamente di 132 e 155 chilometri. I più coraggiosi oltre allo Stelvio hanno dovuto scalare il Mortirolo per un dislivello complessivo di poco oltre i 4000 metri.
Tra i circa 800 partecipanti anche due portacolori del GS AQUILE, Degiovanni Silvia e Giangrasso Massimo, entrambi amanti delle grandi salite, entrambi al primo approccio con lo Stelvio. I due ragazzi del team aostano hanno optato sin dall’iscrizione per il percorso medio così da concentrare le loro forze tutte nell’ascesa finale senza sottovalutare però il lungo saliscendi iniziale che ben presto si è trasformato da un piacevole riscaldamento ad un impegnativo percorso di media montagna. Sul versante che sale da Bormio sia Silvia sia Max hanno dato il meglio di sé ben supportati da una condizione eccellente. La Degiovanni, già sul podio nella Coppa Piacentina, ha saputo ripetersi arrivando seconda nella sua categoria, eccellente sesta assoluta; non da meno la prova dello scalatore di Aosta, 5° sul traguardo tra gli M4.
Ottima l’organizzazione che aveva predisposto una struttura riscaldata in cima al colle per consentire a tuti gli arrivati di cambiarsi e rifocillarsi prima di scendere a Bormio in bici o tramite il servizio navetta per le premiazioni e il pasta party finale.
Lo Stelvio ha conquistato con il suo fascino anche i due aquilotti entusiasti della loro prova, ma soprattutto della scalata, già pronti, a detta loro, a riprovarci il prossimo anno in compagnia di un folto gruppo di compagni.
Domenica 19 maggio…ore 4.00…suona la sveglia e, come la mia, altre 12.000 perché tanti sono stati i partecipanti alla Novecolli 2013, la numero 43 di una lunga e felice storia che ha fatto di questa manifestazione la regina delle gran fondo italiane. Portare a termine la lunga cavalcata romagnola rimane un piccolo sogno per tanti cicloamatori appassionati di ciclismo che si allenano ogni anno, mesi interi, per raggiungere l’obbiettivo.
Il pensiero va subito al tempo, uno sguardo silenzioso al cielo, nuvole minacciose incombono, ma la strada è asciutta…si parte!!! Il rito della vestizione e poi giù a colazione; la porta è ancora chiusa e il piccolo capannello di ciclisti assonnati freme per entrare. La colazione è fondamentale, ancor più quando i chilometri da affrontare sono tanti, pane, marmellata, tè, caffè, ma anche prosciutto e yogurt…e poi ci sono i panini da preparare per la gara.
Alle 5.00 tutti in sella, ci si conta, qualcuno è già andato, le griglie aspettano. Le prime luci dell’alba salutano i ciclisti un po’ infreddoliti; tutto tace o quasi, a farla da padrone il fruscio delle catene e delle ruote. All’approssimarsi di Cesenatico il gruppo diventa sempre più numeroso, ovunque solo ciclisti vocianti. L’organizzazione è perfetta ed in pochi minuti, nonostante la confusione, siamo ai nostri posti, un lungo serpentone colorato già ci precede. Comincia così la lunga attesa, prima di passare la linea di partenza trascorrerà un’ora; poco importa, è il momento dei racconti, delle foto. Si stempera la tensione, che non manca; le nuvole minacciose sopra i colli fanno paura, nessuno lo dice, ma tutti lo pensano. Gli ultimi minuti prima del via si cerca la concentrazione, ci si interroga, ci si ascolta…le prime sensazioni.
Alle 6.00 lo speaker annuncia il via della quarantatreesima Novecolli, ad una ad una sfilano veloci le “griglie”: la rossa, la bianca, la blu, la gialla. Quando tocca a noi sono le 6.35, i primi, quelli che lotteranno per la vittoria, sono già ai piedi del Polenta. In bocca al lupo a tutti!!!…Si parte, questa volta per davvero, il bip impazzito dei chip da ufficialmente il via alla lunga rincorsa. Gli aquilotti più forti pedalano veloci davanti : Norbiato, unico ad accedere al primo gruppo di merito, Inglese, Baldon in cerca di rivincite dopo lo sfortunato ritiro dell’anno passato, Brusaferro, Rossa, il “fedele” Carniglia alla sua decima partecipazione, gli scalpitanti Nigra e Cimberio. E poi ci siamo noi, quelli della griglia rosa, il grosso del gruppo di Aosta, attenti a non perdere la ruota dei compagni almeno fino alla salita, 30 km da correre tutti d’un fiato. A Bertinoro la strada stringe, ma il gruppo fluisce a buona velocità, le prime rampe del Polenta fanno qualche vittima, si formano piccoli gruppi che proseguiranno del proprio passo.
Su Pieve di Rivoschio, seconda asperità di giornata, è il traffico l’ostacolo più ostico, è difficile anche solo salire al proprio ritmo, i rallentamenti sono frequenti. Lo sguardo corre alla cima mentre il lungo fiume sale tornante dopo tornante. Ci perdiamo, guardarsi in dietro è pericoloso; ritroverò Carbone nel suo tentativo di fuga sul Ciola, con Sandro ed Enzo l’appuntamento sarà invece all’arrivo. La pioggia tanto temuta si fa sentire, ma sono poche gocce mentre il vento laterale, in cresta, non da respiro ai ciclisti. In discesa la strada è ancora asciutta e presto arriva il Ciola con la sua asfissiante regolarità. Piove più forte, compaiono le prime mantelline, ma è solo la coda del temporale che sul Barbotto ha bagnato la prova dei primi; 30 chilometri sino al traguardo sotto l’acqua battente, grande prudenza in discesa, grande attenzione in pianura dove ogni rotonda diventa fonte di pericolo.
Il mitico ristoro abusivo del Ciola con salsicce e sangiovese prefigura la sommità della salita, in tanti si fermano, ma ripartire sarebbe difficile. Si tirano le prime somme mentre ci si prepara, anche mentalmente, al Barbotto, l’ascesa simbolo della Novecolli. Lassù non sarà ancora finita, ma quasi, basterà stringere i denti e poi comincerà la festa. Il tratto cronometrato è uno stimolo ulteriore, sicuro oggetto di sfottò la sera con gli amici davanti alle classifiche. Le prime rampe sono rasoiate per le gambe già stanche, là dove è posto il tappeto del cronometraggio la pendenza è a doppia cifra poi diventa più dolce e si può prendere il proprio passo, alla vetta mancano 4,5 km. Buone sensazioni accompagnano la mia scalata, il tifo a bordo strada si fa più intenso mano a mano che lo “scollinamento” si avvicina, negli ultimi 500 metri diventerà assordante, vuoi per l’incitante “delirio” dello speaker vuoi per gli applausi di chi pazientemente aspetta ogni anno i corridori. Non manca qualche spinta, a volte mettendo a rischio l’incolumità di chi pedala a fianco.
Il traguardo volante del Barbotto tra due ali di folla regala sorrisi, per noi del “corto” la fatica è quasi terminata, chi invece ha deciso di affrontare tutti e nove i colli sa che la sua gara comincia solo adesso. Tra gli aquilotti saranno solo 3 : gli esperti Norbiato e Rossa e il coraggioso Della Rossa Stefano alla sua prima partecipazione. Con il ristoro arriva anche il sole, le nubi ormai sono lontane e non faranno più capolino.
La pianura finale è veloce, condotta in gruppo, i chilometri passano rapidamente, -20, -15, -10, la deviazione lungo il canale preannuncia l’ingresso in Cesenatico, riconosco l’ultima curva, quella che immette sul rettilineo finale, c’è ancora la forza per accelerare fino al traguardo…finalmente la mia sudata medaglia, la quinta in questa gara come per tanti miei compagni. Qualche attimo per recuperare, un bicchiere d’acqua fresca e poi, in coda per parcheggiare la bici prima di accedere al pasta party. I migliori tra gli aquilotti sono già sotto la doccia, gli altri arrivano tutti, da lì a poco…Ricci, Carbone, Giorgio, Machieraldo, Midolo, Rossini, Franci, Cianciana, Sirni, Centelli, Viglino, Baccini, Diemoz, Vitali, De Gaetano, Rollandin, Badiluzzo. Conquistato un tavolo arrivano anche le vivande : pasta, riso, l’immancabile piadina e poi birra e coca cola. Si brinda e si rivivono i diversi momenti della gara aspettando l’arrivo dei grandi faticatori, i maratoneti del “lungo”.
Grazie alla prova di tutti i 41 aquilotti al via, il GS AQUILE ha conquistato il nono posto assoluto nella classifica generale per società entrando tra le prime dieci squadre per la prima volta, ennesimo trofeo da mettere in bacheca.
Questo e tanto altro è stata la Novecolli del Gs Aquile : l’infinito ritiro dei pacchi gara, l’invasione colorata dei ciclisti sin dal venerdì, il ritrovo al sabato per le foto di rito, la mini Novecolli dei piccoli, il caffè al mare, la fiera del ciclo, la premiazione delle società più numerose, la birra di gruppo dopo una bella pedalata, l’incontro con vecchi amici…..non resta che riprovarci ancora una volta nel 2014.
Festa voleva essere e festa è stata anche grazie allo splendido sole che dopo tanti giorni di nubi e pioggia ha riscaldato piazza Chanoux sin dalle prime ore del mattino.
Puntuale alle 7.30 lo staff del GS AQUILE era già al lavoro per accogliere i ciclisti che da lì a poco sarebbero arrivati; dalle 8.00 infatti si aprivano le iscrizioni per la sesta edizione di Dona la vita da quest’anno Bicinsieme. Proprio nella denominazione della manifestazione ci sono i due messaggi che il giovane gruppo di Aosta ha voluto ancora una volta sottolineare : la bicicletta come strumento di aggregazione e la donazione degli organi come speranza e realtà di vita per tanti.
I ciclisti valdostani hanno accolto in massa l’invito degli aquilotti accorrendo numerosi all’incontro, il bel tempo ha aiutato, la curiosità legata al nuovo percorso anche e così minuto dopo minuto i numeri sono cresciuti oltre ogni più rosea aspettativa. Se nel 2012 il traguardo dei 150 partenti sembrava un risultato ineguagliabile, sabato tale record è stato polverizzando e al via alle 9.00 si sono schierati 170 ciclo amatori…questa volta insieme gli agonisti, tanti, disposti in per l’occasione a rinunciare alla “battaglia” pedalando in allegria, ma anche tanti cicloturisti protagonisti per un giorno.
Alle 9.00 il lungo serpentone colorato si è messo in marcia tra gli applausi dei passanti verso Roisan, prima salita di giornata.
L’andatura è stata sempre controllata fino agli ultimi 4 chilometri verso Doues dove i ciclisti sono stati lasciati liberi di salire al proprio passo. In cima, al ristoro, tanti i pareri positivi sulla variante al percorso che ha portato il gruppo a Valpelline con l’inedito anello così bello dal punto di vista naturalistico.
Dopo la lunga discesa finale la manifestazione si è conclusa ad Aosta al Palaindoor letteralmente invaso dalla macchia colorata dei ciclisti che per qualche minuto hanno bloccato il traffico.
La premiazione finale delle tre società più numerose ha visto aggiudicarsi il primo posto il GS BENATO davanti al MALU’ e al VELO GRESSAN.
Si è chiusa così l’ennesima edizione fortunata di una manifestazione che poco alla volta ha saputo conquistare il suo posto nel ricco calendario valdostano, ma soprattutto la considerazione e l’apprezzamento di partecipanti e addetti ai lavori felici di ritrovarsi per festeggiare l’inizio della stagione regionale su strada.
Grazie a tutti…e appuntamento al 2014!!!