Articoli di " Federico Martinet"
Appena metabolizzata la fatica di Cairo Danilo Gens ritorna in sella a Corsico per affrontare i 400 chilometri previsti dall’omonimo brevetto. Il nostro aquilotto non è certo nuovo a queste distanze, ma la prima notte in bici è sempre un test importante in vista di appuntamenti ancora più impegnativi. Test particolarmente difficile per Danilo Bionaz, neofita da questo punto di vista, ma incapace di resistere alle lusinghe dei due amici più esperti.
Sabato 2 maggio si sono presentati al via più di 200 partecipanti, tutto sommato un buon risultato visto il tempo incerto, le previsioni infatti annunciavano pioggia proprio durante la notte.
I primi 100 chilometri sono passati veloci, tutti in pianura, in attesa della prima salita, Rocca Grimalda, impegnativa sin dalle prime rampe. Ma l’ostacolo peggiore da superare si è dimostrato proprio il tempo avverso, la pioggia si è ben presto manifestata intensificando proprio nelle ore più buie e fredde.
Dopo la lunga ma pedalabile ascesa al Turchino, avvolto nella nebbia, e la ancor più temibile e gelida discesa su Genova, una sosta al caldo per un tè bollente e qualcosa di sostanzioso si è rivelata scelta molto saggia in vista della Bocchetta. La mitica salita che da sempre caratterizza il Giro dell’Appennino dove tante volte ha trionfato Baronchelli si è rivelata davvero dura; tanti i tratti oltre il 10 per cento di pendenza e il freddo della notte ligure non ha certo aiutato i muscoli provati dei nostri tre compagni di avventura. Piccola crisi per Gens che ha però saputo rientrare in discesa sui due amici; mancano ancora 150 km, tantissimi, ma l’alba porta via la pioggia. Il sole fa capolino, le gambe tornano a girare meglio.
Le ultime due ascese si rivelano pedalabili, il trio procede in pieno accordo passando anche l’ultimo controllo ai meno 70 km dall’arrivo.
A mezzogiorno Corsico accoglie Gens, Bionaz e Gippaz dopo 18 ore e oltre 3000 metri di dislivello. La media oraria di percorrenza, 25 km/h, è più che soddisfacente, ma i loro visi sono l’emblema della fatica fatta. Rimane ancora il viaggio di ritorno, ultimo ostacolo prima del meritato riposo; bisogna recuperare le forze in vista delle prossime avventure.
Si è disputata domenica 11 maggio una delle classiche del circuito toscano del Granducato, la granfondo Vernaccia giunta alla sua diciottesima edizione.
La prova di San Gimignano si conferma ai vertici del circuito per apprezzamento da parte dei partecipanti e per bellezza dei percorsi. Non traggano in inganno le basse quote, in realtà le colline e i continui saliscendi rendono la gara più selettiva di quanto l’altimetria possa far pensare.
Un solo aquilotto al via domenica, ma uno dei più in condizione del momento, il neo arrivato Basile Maurizio. Il piemontese tesserato per il sodalizio di Aosta, dopo gli ottimi risultati ottenuti nelle prove primaverili, si è confermato anche a San Gimignano dove ha optato per il tracciato medio, 116 km.
Al termine della sua fatica Basile ha conquistato il 43° posto tra gli M5 con il tempo finale di 3h 47.03 ad oltre 33 km/h di media.
La granfondo Bra Bra continua a confermarsi una delle più amate dal gruppo di Aosta che ogni anno riesce a presentare al via tanti rappresentanti.
L’edizione 2014 non è stata da meno, oltre 20 infatti gli aquilotti al via in una splendida giornata di sole. Alle 10.00 le griglie, nel budello cittadino, brulicavano di ciclisti in attesa dello start. Tanta la voglia di darsi battaglia sui due classici tracciati di questa bella manifestazione.
Partenza veloce e un po’ nervosa, ma la prima salita, dopo pochi chilometri, riporta la giusta tranquillità in gruppo. I primi sono già lontani e, dietro, tutti gli altri cominciano a prendere il proprio passo, chi con lo sguardo fisso sulla ruota di chi lo precede deciso a non farsi staccare, chi, invece, concedendosi il lusso di godere a pieno dello splendido scenario della Langa. Le dolci colline tutte coltivate a vite che hanno reso così celebre questo territorio si manifestano in tutta la loro bellezza quasi a voler omaggiare il lungo serpentone colorato che ancora una volta per qualche ora ruba la scena.
Quasi 2000 i partenti, record assoluto per la gara di Bra che punta ancora a crescere anche grazie alla nuova partnership con Specialized. I due percorsi si sono rivelati anche quest’anno veloci e impegnativi, salite pedalabili, ma, soprattutto nel tracciato principe, quello lungo, tanti saliscendi che hanno messo a dura prova le gambe dei protagonisti.
Dopo aver disertato il lungo a Novi Ligure, questa volta in casa Aquile qualcuno ha accettato la sfida optando per i 160 km del tracciato più impegnativo : i due giovani Mereu Stefano e Calandri Daniele e poi il veterano Miriello Luigi, già protagonista qui di una bella prova l’anno passato sotto la pioggia, e ancora il presidente Martinet Federico a chiudere il plotoncino di coraggiosi pedalatori.
Grande “battaglia” invece nella medio fondo dove il migliore è stato Thiebat Marco che ha preceduto il giovane scalatore Boscardin Edoardo e la coppia Baldon Lorenzo e Nigra Enrico al traguardo con lo stesso tempo. Ottimo risultato nelle rispettive categorie per Cimberio Gianfranco, 7°, dopo una gara finalmente senza intoppi e per Giorgio Giacinto, 10° a conferma del risultato di Novi. Tra le donne ancora una volta va sottolineata la bella prestazione di Degiovanni Silvia, nona, sempre brillantissima in salita, ma ancora in difficoltà nei tratti in discesa; Silvia si annuncia sicura protagonista della prossima edizione del Circuit du Grimpeur ormai alle porte.
Se alcuni sono stati premiati dal buon piazzamento in classifica tutti gli aquilotti meritano comunque una menzione : Libertino, Brusaferro, Inglese, Bellot, Cicchetti, Beccio, Midolo, Caliano, Centelli, Porté, Rollandin, Milloz. I chilometri percorsi in gara da ognuno di loro hanno permesso al GS AQUILE di conquistare il decimo posto assoluto nella classifica per società, importante risultato in una tappa della Coppa Piemonte così sentita come quella di Bra.
Non si ferma la stagione di Danilo Gens ancora al via di una randonnée in questa primavera 2014; Danilo ha preso parte il 1° maggio alla prova di Cairo che metteva in palio il brevetto sui 300 chilometri, distanza non ancora affrontata in stagione dal nostro aquilotto.
Quella di Cairo si è dimostrata una prova difficile oltre le previsioni; il dislivello, 3200 metri, era da percorso di montagna anche se le salite, almeno sulla carta, non erano proibitive.
La nebbia al via e la forte minaccia di pioggia, per fortuna sempre evitata dal nostro protagonista e dai suoi compagni di viaggio hanno frenato tanti corridori, solo 80 i partenti e la maggior parte ha optato per il percorso più corto. Il trio Gens, Bionaz e Gippaz aveva invece sin dal giorno prima l’unico obbiettivo di testarsi sulla lunga distanza, per questo motivo non ha esitato al bivio tra i due tracciati.
Tante le salite affrontate : dal colle di Cadibona, prima asperità, pedalabile e poco impegnativo, sino al lungo colle di Scravaion nel finale. Gens ha impiegato poco più di 10 ore per conquistare il traguardo finale ad oltre 27 chilometri orari nonostante le sensazioni non eccezionali lungo il percorso.
Archiviato il 300 di Cairo Gens affronterà nei prossimi giorni il primo 400 del 2014 a Corsico con la prima notte in sella. In bocca al lupo!!!
Ancora un’impresa in solitaria per i portacolori del GS Aquile. Protagonista questa volta Chatrian Matteo, aspirante randagio, ma coraggioso “vagabondo”.
Giovedì 17 aprile Matteo è partito da casa, a Gignod, in sella alla sua specialissima, per raggiungere in quattro giorni Trieste. Nessun mezzo al seguito, unici compagni di viaggio il suo fedele zainetto e l’immancabile gps.
Tanti i chilometri da percorrere, alla fine saranno 680, ma tanta anche la voglia di raggiungere la meta e di vivere un’avventura attraverso il nord Italia. Il viaggio è stato infatti l’occasione per una fugace visita a città importanti : Mantova, Vicenza, Padova, Venezia prima di conquistare Trieste.
L’incognita maggiore è stata ancora una volta la meteo che annunciava una Pasqua sotto l’acqua. Il kit da pioggia non poteva mancare nello zainetto amico, sempre pronto all’uso. A parte il forte vento contrario della seconda tappa che si è fatto sentire pesantemente sulle gambe, solo l’arrivo a Trieste è stato bagnato, ma la pioggia che cadeva fine non ha fermato il nostro Matteo.
Il contachilometri come riferimento, un’andatura il più possibile costante senza l’assillo di tempi da rispettare o da battere, l’intera giornata per giungere alla sede di tappa, ma anche le soste per il pranzo per recuperare forze e riposare qualche istante…memorabile il ristoro vicentino all’Osteria del Baccalà. Il padrone di casa, tifoso di ciclismo e conoscitore della Valle d’Aosta, ha pensato bene di rinvigorire il nostro aquilotto con un abbondante piatto di baccalà della casa. Non proprio una pietanza da atleta, ma quanto ne ha goduto il palato di Matteo; la seconda parte della tappa quel giorno è volata via veloce chilometro dopo chilometro.
Un po’ di turismo culturale prima di cena, per quanto le forze lo consentissero, una birra, un piatto tipico e poi il doveroso riposo prima di ripartire. L’indomani di nuovo in sella, tanti i chilometri ancora da percorrere! Al termine della terza tappa la meta è davvero vicina, poco più di 100 i chilometri mancanti e un cielo grigio, carico di pioggia da fronteggiare. Una breve schiarita consiglia la partenza, presto ricomincerà a piovere. Le gocce scendono fini e leggere, la mantellina fa il suo dovere, le porte di Trieste si aprono davanti al nostro “eroe”. Obbiettivo raggiunto! La foto in piazza Italia con la bici e lo zaino in spalla rimarrà il ricordo indissolubile di una bella avventura.