Mancano ormai 15 giorni al via del Circuit du Grimpeur, la kermesse valdostana su strada dedicata agli amanti delle nostre belle salite, già straordinario scenario pochi giorni fa del Giro d’Italia. Si comincerà domenica 16 giugno con la cronoscalata da Nozon, frazione di Antey Saint André, a Chantorné ai piedi delle piste da sci di Torgnon.
Il circuito proseguirà poi con la sua seconda tappa, il Memorial Elio Ceccon, in programma domenica 14 luglio. E’ di pochi giorni la notizia della conferma del percorso: il fronte franoso in frazione Arlod di Nus è stato finalmente messo in sicurezza e la strada è stata riaperta al traffico veicolare; via libera quindi allo svolgimento della corsa ciclistica. La ciclo scalata da Quart a Lignan, da nove anni intitolata a Elio Ceccon, festeggia quest’anno la sua decima edizione con l’ambizione di consolidare il proprio ruolo di classica del calendario valdostano dedicato alla categoria amatori.
Il programma della manifestazione che anche nel 2019 assegnerà i titoli regionali FCI della montagna per categoria è in via di definizione e nei prossimi giorni sarà pubblicato su queste pagine.
La giornata al Giro d’Italia comincia presto per chi lavora perchè questa grande “macchina” possa funzionare al meglio, per i protagonisti che ogni giorno, tappa dopo tappa, rendono viva e straordinaria questa corsa, ma anche per chi il Giro lo vive da spettatore, sulla strada, aspettando i propri beniamini. Il tifoso, ancor più se appassionato praticante, aspetta il Giro sin dalla sua presentazione sperando che una tappa possa passare vicino a casa, magari in cima ad una di quelle salite che per allenarsi ha scalato tante volte. Un sogno che si materializza, l’attesa che cresce mese dopo mese. Si studia la tappa, si sceglie la propria meta, il punto dove aspettare la lunga carovana della corsa rosa. E se la tappa è di montagna, una di quelle a quattro stelle a detta degli addetti ai lavori, allora l’occasione è da non perdere.
La frazione che si è disputata oggi, da Saint Vincent a Courmayeur, 131 km con 4000 metri di dislivello non ha tradito le attese. Cinque gran premi della montagna, tante salite da scalare prima del traguardo. Un territorio che ha accolto il Giro colorandosi di rosa: per strada le immancabili scritte di incitamento, nei piccoli borghi tante biciclette rosa, bandierine e palloncini, ma soprattutto il tifo colorato di chi per ore ha aspettato il passaggio dei corridori. Un’emozione da vivere tutta d’un fiato perché i protagonisti pedalano veloci. Spuntano laggiù, lontano, annunciati dal rumore degli elicotteri. Prima di loro la carovana pubblicitaria del Giro e le prime ammiraglie. Il tifoso aspetta in un tempo che si dilata come la fatica fatta per salire con la propria specialissima lassù, in cima alla salita preferita. A Verrogne, passata la pioggia, un pallido sole accoglie i ciclisti. Passano i fuggitivi, si alza il tifo, pochi secondi e arriveranno i primi inseguitori e poi il gruppo dei protagonisti più attesi, quelli che faranno la storia dell’edizione 2019 della corsa Rosa. Gli occhi cercano il proprio beniamino, ma gli applausi sono per tutti, un riconoscimento per quella fatica che già trapela sui volti di molti. Tutto dura pochi minuti…e poi le biciclette dei tifosi tornano padrone della strada; per chi non è all’arrivo c’è ancora il finale di tappa da seguire in tv…
Ricognizione speciale ieri sulla terribile ascesa del colle San Carlo per alcuni dei portacolori del Gs Aquile. Un lungo inseguimento li ha portati all’appuntamento con Paola Gianotti. L’ultracycler di Ivrea sta correndo il proprio Giro d’Italia anticipando di un giorno i corridori sul loro stesso percorso. Obbiettivo: dare visibilità alla campagna per la sicurezza stradale, quella che invita gli automobilisti a mantenere 1,5 metri di distanza ogni volta che sorpassano un ciclista. Gli aquilotti hanno raggiunto Paola sugli ultimi chilometri del colle e insieme a lei hanno percorso l’ultimo tratto della tappa sino ai piedi di Skyway. Il monte Bianco ha fatto da sfondo alla foto di gruppo che ha concluso la “ricognizione” dei nostri aquilotti in attesa del passaggio, domani, della Corsa Rosa.
Cresce l’attesa per la tappa tutta valdostana della Corsa Rosa. Mancano ormai pochi giorni: carovana e ciclisti coloreranno le strade della Valle d’Aosta sabato 25 maggio. Una tappa breve, ma molto impegnativa dal punto di vista altimetrico tanto che potrà emettere i primi verdetti. I protagonisti del Giro sono infatti attesi alle prime verifiche in salita e dopo le giornate piemontesi l’ascesa finale al colle San Carlo potrà rivelare qualcosa di più in merito alle velleità di chi è partito per conquistare la maglia rosa.
In casa Aquile ci si prepara ad accogliere il Giro: i tanti tesserati del sodalizio di Aosta non perderanno l’occasione di vedere da vicino i propri beniamini sulle salite di casa, di sostenerli nei momenti di difficoltà con il proprio caloroso tifo, di gioire insieme ad essi per quella vittoria da tanti attesa e quella maglia che per qualcuno, come per magia, si colorerà di rosa…
Un cielo plumbeo e carico d’acqua attende i partecipanti della 49° Novecolli al risveglio e così anche i nostri aquilotti. Alle 05.00 le biciclette escono dal garage dell’hotel mentre le prime gocce cominciano a cadere, pochi minuti e la strada si bagna. Qualcuno rinuncia e saluta i compagni che si allontanano velocemente. Allo start, alle 06.00, non piove. La gara parte regolarmente e i più veloci riusciranno a terminare la propria corsa all’asciutto. Ci vorrà più di un’ora perchè tutti i partecipanti prendano il via, gli aquilotti sono divisi nelle diverse griglie predisposte dagli organizzatori.
In pochi decidono di scalare tutti e nove i colli: Simone Massimino, Didier Coquillard, Simone D’Amico e Stefano Della Rossa. I primi tre sono alla prima esperienza sul percorso più impegnativo e vinceranno la propria sfida, Stefano si conferma l’uomo delle grandi distanze che già abbiamo imparato a conoscere.
Tutti gli altri optano per i 130 km; davanti si corre veloci anche in casa Aquile. Il miglior tempo lo fa segnare Daniele Calandri, partito per affrontare i 200 km, ma decisosi a rinunciare durante la salita del Ciola in mezzo alla nebbia. Poco dopo raggiungono il traguardo Jean Pierre Charles, Lorenzo Baldon e Luigi Miriello; al femminile brilla l’esordiente Giulia Marrama Saccente 13° di categoria. La musica e la confusione accolgono al traguardo tutti gli altri portacolori del GS Aquile, alcuni dopo aver affrontato gli ultimi chilometri sotto la pioggia: Roberto Beccio, René Montrosset, Andrea Ricci, Marcello Cicchetti, Enrica Vitali, Roberto Teti, Giuseppe Ienaro, Alfonso Milloz, Oscar Stoppa, Antonino Previti, Andrea Bryer, Michele Zenato. Paga la sua inesperienza il più giovane del gruppo, Alessandro Macciò, costretto al ritiro per i crampi come il papà Giacomo, uno stimolo in più per riprovarci il prossimo anno in occasione dell’edizione numero 50 della decana delle granfondo…
Il GS Aquile ci sarà!!!